Maso di Banco, Incoronazione della Vergine
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Fototeca Volpe Item Type Metadata
Tipologia dell'oggetto
Soggetto
Localizzazione
Altre Localizzazioni
Collezione Douglas (Regno Unito)
Collezione Maitland (Regno Unito)
Collezione Ottley (Regno Unito)
Cronologia
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Autore
Motivazione dell'attribuzione
Altre Attribuzioni
Giotto di Bondone (didascalia foto F.lli Alinari)
Materia e tecnica
Misure
Commento storico-critico
La tavoletta con l’Incoronazione della Vergine, già in Collezione Rothermere, è conservata dal 1940 al Museo di Belle Arti di Budapest. La scena principale, collocata all’interno di un solido trono marmoreo attorniato da schiere di angeli adoranti e musicanti, presenta la rara variante iconografica della Madre che, in ginocchio, riceve la corona dal Figlio in luogo della consueta posizione delle due figure sedute sullo stesso scranno. Il dipinto è stato posto in connessione con la Dormitio Virginis del Museo Condé di Chantilly e con la Madonna della Cintola della Gemäldegalerie di Berlino come parte di un perduto insieme la cui originaria configurazione è stata variamente concepita come un tabernacolo-reliquiario – forse quello della Sacra Cintola di Prato, come suggeriva Longhi (1948; 1959) – o la predella di un polittico d’altare – quella che, secondo Marchini (1972), avrebbe sostituito un’altra precedente realizzata da Bernardo Daddi per l’altar maggiore della Prepositura di Santo Stefano, sempre a Prato. Più verosimile appare invece la ricostruzione avanzata da Boskovits (1988) e ripresa da Pisani (in Fra Angelico 2014) che vede nel pannello di Budapest lo scomparto laterale destro di un dossale d’altare con la Dormitio sul lato opposto e la Vergine Assunta in Cielo che dona la Cintola a san Tommaso al centro e originariamente cuspidata. L’ipotesi del trittico pare essere confermata dalla continuità delle fibre lignee orizzontali visibili sul retro di ognuna di queste tre tavole, oltreché dalla perfetta consequenzialità narrativa dei tre episodi post mortem della Vergine ivi raffigurati.
Tale complesso pittorico fu attribuito per la prima volta a Maso di Banco da Berenson (1932) e generalmente accettato come opera del pittore fiorentino da quasi tutta la critica successiva, con la sola eccezione di Sandberg Vavalà (1948) che lo riferiva ad un fantomatico “Maestro di Chantilly”. La sua realizzazione si situerebbe – per via dello stile, improntato a una ricerca di essenzialità volumetrica e cromatica, e dell’analisi dei costumi dei personaggi e delle decorazioni impresse sull’oro – al periodo immediatamente precedente al soggiorno napoletano dell’artista al seguito di Giotto e in contemporanea con l’esecuzione del Polittico Baroncelli in Santa Croce a Firenze (circa 1328-1330, si veda anche Pisani in Fra Angelico 2014).
Documentazione fotografica
Bibliografia
E. Sandberg Vavalà, Giotto's Workshop, in The Burlington Magazine for Connoisseurs, LXXIII, 427, 1938, pp. 150-152, 154: 152, 154;
R. Longhi, Giudizio sul Duecento, in "Proporzioni", II, 1948, pp. 5-54: 52 (ora in Edizione delle opere complete di Roberto Longhi, VII, Giudizio sul Duecento e ricerche sul Trecento nell'Italia centrale. 1939-1970, Sansoni, Firenze 1974, pp. 1-53);
C. Volpe, Ambrogio Lorenzetti e le congiunzioni fiorentine-senesi nel quarto decennio del Trecento, in "Paragone", II, 13, 1951, pp. 40-52: 51-52;
R. Longhi, Qualità e industria in Taddeo Gaddi ed altri, in "Paragone", X, 111, 1959, pp. 3-12: 6 (ora in Edizione delle opere complete di Roberto Longhi, VII, Giudizio sul Duecento e ricerche sul Trecento nell'Italia centrale. 1939-1970, Sansoni, Firenze 1974, pp. 85-101);
M. A. Bianchini, Maso di Banco (I Maestri del Colore, 247), Fabbri, Milano 1966;
G. Marchini, L'antica pala dell'altar maggiore del Duomo di Prato, in "Archivio Storico Pratese", XLVIII, 1972, pp. 39-45: 42;
Miklós Boskovits, Frühe Italienische Malerei, Mann, Berlin 1988, pp. 109-112;
E. Neri Lusanna, Maso di Banco e la cappella Bardi di San Silvestro, in Maso di Banco. La cappella di San Silvestro, Electa, Milano 1998, pp. 17-50: 30;
L'eredità di Giotto. Arte a Firenze 1340-1375, a cura di A. Tartuferi, catalogo della mostra (Firenze, Galleria degli Uffizi, 10 giugno - 2 novembre 2008), Giunti, Firenze 2008, pp. 114-116;
I. Lapi Ballerini, "Per onorare la sua preziosissima Cintola", in Agnolo Gaddi e la Cappella della Cintola. La storia, l'arte, il restauro, Polistampa, Firenze 2009, pp. 15-57;
Fra Angelico, Botticelli... Chefs d'oeuvre retrouvés, a cura di M. Laclotte, N. Volle, catalogo della mostra (Chantilly, Jeu de Paume, 6 settembre 2014 - 4 gennaio 2015), Éditions Cercle d'Art, Paris 2014, pp. 30-36;
C. Gnoni Mavarelli, L'Assunta e la Cintola: exempla di un'iconografia in Toscana dal XIII al XVI secolo, in Legati da una cintola. L'assunta di Bernardo Daddi e l'identità di una città, catalogo della mostra (Prato, Museo di Palazzo Pretorio, 8 settembre 2017 – 14 gennaio 2018), Mandragora, Firenze 2017, pp. 72-85: 79, 84-85, nota 23.