Pittore bolognese, fine XIII secolo, Crocifissione

Dublin Core

Title

Pittore bolognese, fine XIII secolo, Crocifissione

Fototeca Volpe Item Type Metadata

Tipologia dell'oggetto

Localizzazione

Collezione privata

Altre Localizzazioni

Mâcon, sul mercato dell'arte, 1927;
Mâcon, Galerie Althunian, 1950;
Roma, Franco Di Castro; Firenze, Carlo De Carlo;
Firenze, Semenzato, 2000; Italia, collezione privata;
Londra, Simon Dickinson; Londra, Moretti Fine Art;
Newark (Delaware), Alana Collection, 2011

Cronologia

XIII secolo, ultimo quarto, 1280 ca.

Motivazione della cronologia

Bibliografia

Altre datazioni

1280 ca., Bologna (Carelli, 2019);
ultimo quarto del XIII sec. (1280), Bologna (Volpe, 1965; Benati, 1985);
fine del XIII, Bologna (Bellosi, 2001; Freuler, 2011; Chiodo, 2019); 
prima metà del XIV sec., Siena, ambito duccesco (P. Toesca, 1951);
metà del XIV sec. ca., Venezia (?) (E. B. Garrison, 1949)

Autore

Pittore bolognese (1280 ca.) (Volpe, 1965; Benati, 1985; Chiodo, 2019; Carelli, 2019)

Motivazione dell'attribuzione

Bibliografia

Altre Attribuzioni

Scuola veneziana (metà XIV) (Garrison, 1949);
Ambito senese, cerchia di Duccio (Toesca, 1951)

Materia e tecnica

Pittura a tempera e oro su tavola

Misure

30.2 x 21.3 cm.

Commento storico-critico

La piccola tavola, dipinta su fondo oro, raffigura Cristo in croce affiancato dalla Vergine Maria e da San Giovanni Evangelista. Due angeli dolenti volano sopra la scena nella parte superiore del dipinto. Come dimostrato da Federico Zeri (1985) la tavola costituiva l'elemento destro di un dittico pieghevole, collegata dallo studioso per dimensioni e stile, a una piccola tavola della Vergine in trono col Bambino tra San Pietro e San Paolo, oggi conservata presso la Barnes Foundation di Filadelfia. Il dipinto si inserisce nell'orizzonte della cultura figurativa dell'Italia centrale tra il XIII e il XIV secolo, qui su un impianto bizantino con influenze paleologhe si innesta un naturalismo e una ricerca di espressività pienamente gotica. Il colore quasi smaltato, ma capace di sfumature mirabili dall'azzurro cenere al blu notte, si associa a un modellato e a uno schema elegante e prezioso che porta l'artista ad incidere una sottile decorazione di foglie nell'oro dei nimbi. 


L'opera fu pubblicata per la prima volta da Edward B. Garrison (1949), che suggerì un'origine veneziana e una datazione alla metà del XIV secolo. Anche Pietro Toesca (1951) notò la presenza di elementi della pittura veneta, ma per la contorsione gotica della figura di Cristo la collegò ad un pittore senese della cerchia di Duccio. Carlo Volpe (1967) fu il primo a suggerire che potesse essere stato dipinto da un'artista bolognese, che egli collocò intorno al 1280, sulla base di un confronto con un frammento di affresco di una Crocifissione approssimativamente della stessa data nella chiesa di San Giacomo Maggiore a Bologna, per il quale nota un modulo bizantino di influenza veneziana. In un articolo precedente (Volpe 1965), i caratteri gotici della tavola vengono rapportati anche alla Crocifissione del Piviale di San Domenico oggi al Museo Civico Medievale. Daniele Benati (1985, 2000) ha richiamato l'attenzione sul contesto bolognese dell'opera, in particolare sull'influenza della ripresa paleologa sulla miniatura bolognese del terzo stile, tra il 1270 e il 1300. Su questa base riprende il confronto con il Salterio 346 della Biblioteca Universitaria di Bologna che già aveva proposto Volpe nel 1965. Zeri, nello studio già citato, individuò come unico tratto tipicamente bolognese-emiliano la particolarissima croce poligonale, riscontrabile nell'opera tarda del Maestro di Forlì, ma non esclude un pittore veneziano come possibile autore. Recentemente Fabiana Carelli (Carelli 2021) si è pronunciata a favore dell'origine bolognese, e di una datazione alla fine del XIII secolo. La studiosa identifica l'autore come un artista, forse pittore e miniatore, attivo tra Bologna e la Toscana settentrionale verso la fine del Duecento, confermando quanto sostenuto da Volpe, Zeri e Benati. 


Bibliografia

E.B. Garrison, Italian Romanesque Panel Painting, An Illustrated Index, Leo S. Olschki, Firenze 1949, p. 100, n. 254;

P. Toesca, Storia dell’arte italiana, Il Trecento, Torino 1951, p. 706, fig. 599;

C. Volpe, La Pittura Riminese del Trecento, M. Spagnol, Milano 1965, p. 11, pp. 56-57 nota 9, fig. 322;

C. Volpe, Gli affreschi duecenteschi delle arche sepolcrali, in Il Tempio di San Giacomo Maggiore in Bologna, Bologna 1967, pp. 84-85; ora in La pittura nell’Emilia e nella Romagna: Raccolta di scritti sul Trecento e Quattrocento, a cura di D. Benati e L. Peruzzi, Artioli, Modena 1993, pp. 30-32, nota 5, fig. 3;

D. Benati, Pittura del Trecento nell'Emilia e Romagna, in La pittura in Italia. Le origini, a cura di E. Castelnuovo, Banca nazionale dell'agricoltura, Milano 1985, pp. 170-71, p.192, note 39-40, fig. 262; 

F. Zeri, Un’insolita questione filologica, in "Paragone", Novembre 1985, 429, pp. 93-96, fig. 75; ora in "Giorno per giorno nella pittura", U. Allemandi, Torino 1998, pp. 255-257, fig. 337;

D. Benati, La città sacra, Pittura murale e su tavola nel Duecento bolognese, in Duecento, Forme e colori dei Medioevo a Bologna, catalogo della mostra, (a cura di) M. Medica, (Bologna, Museo Civico Archeologico, 15 aprile - 16 luglio 2000), Marsilio, Venezia 2000, pp. 96, 99-100, p. 106, note 49-50, 62, 65; 

L. Bellosi, Ricordi di Carlo De Carlo e della sua collezione, in Un tesoro rivelato. Capolavori dalla Collezione Carlo De Carlo, a cura di M. Scalini, A. Tartuferi, catalogo di mostra, Firenze 2001, pp. 17-19, nota 2, fig. 1;

G. Freuler, Collecting early Italian Art, in The Middle Ages and Early Renaissance, Paintings and Sculptures from the Carlo De Carlo Collection and other Provenance, catalogo della mostra, (a cura di) G. Caioni (New York, Gabriele Caioni, 1 gennaio- 1 febbraio 2012), Centro Di, Firenze 2011, pp. 15-17: p. 15;

S. Chiodo, Notes d’histoire de l’art sur les œuvres de la collection Alana XIIIe et XIVe siècles, in La collection Alana, Chefs-d’œuvre de la peinture italienne, (a cura di) V. Paffi, catalogo della mostra, (Parigi, Musée Jacquemart-André, 13 settembre 2019- 20 gennaio 2020), Fonds Mercator, Bruxelles 2019, p. 54;

F. Carelli, in La collection Alana Chefs-d’œuvre de la peinture italienne, (a cura di) V. Paffi, catalogo della mostra, (Parigi, Musée Jacquemart-André, 13 settembre 2019- 20 gennaio 2020), Fonds Mercator,  Bruxelles 2019, p. 60, n.2.

Ente schedatore

Laboratorio 2024

Compilatori

Margot Bellini, Giada Compagnoni

Responsabili

Gianluca Del Monaco

Files

Citation

“Pittore bolognese, fine XIII secolo, Crocifissione,” La fototeca di Carlo Volpe: l'officina del conoscitore, accessed July 8, 2025, https://laboratorio2024.omeka.net/items/show/5.