Ludovico Carracci, Flagellazione di Cristo

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Title

Ludovico Carracci, Flagellazione di Cristo

Fototeca Volpe Item Type Metadata

Tipologia dell'oggetto

Localizzazione

Douai, Musée de la Chartreuse

Altre Localizzazioni

Bologna, casa Castelli poi Stella (collezione privata) (fine del XVIII sec.)

Collezione di Lord Abraham Hume (Inghilterra) (1790)

Berkhamsted, collezione di Adelbert Wellington

Londra, collezione Christie's (1923)

Luxeuil, collezione del dott. Muller (1936)

Parigi, collezione di Jean Neger (1964)

Cronologia

XVI sec., fine, 1584 (Volpe 1976, Brogi 1982)

Motivazione della cronologia

Bibliografia

Altre datazioni

1585 (Arcangeli 1970, Emiliani 1993)
1590 (Mahon 1965, Posner 1971)

Autore

Ludovico Carracci (1555-1619) (Malvasia 1678)

Motivazione dell'attribuzione

Bibliografia

Altre Attribuzioni

Annibale Carracci (Emiliani 1993)

Materia e tecnica

pittura a olio su tela

Misure

189 x 265 cm

Commento storico-critico

Le vicende critiche della Flagellazione di Ludovico Carracci ebbero inizio con il suo acquisto da parte del Musée de la Chartreuse di Douai nel 1964. Dapprima ritenuta di Annibale e acquistata dal museo come tale, è stata in seguito esposta come opera di Ludovico nella mostra avvenuta a Parigi nel 1965, attribuzione che fu subito accettata dalla maggior parte degli studiosi, tra cui Francesco Arcangeli (1970), Donald Posner (1971), Carlo Volpe (1976) Sydney J. Freedberg (1983) ed Andrea Emiliani (1984). Quest’ultimo ipotizza però una collaborazione progettuale, se non esecutiva, tra i due cugini, i quali erano soliti scambiarsi idee, consigli e critiche (Emiliani 1993).
Per ciò che riguarda la datazione del dipinto, il cambio di attribuzione indusse vari studiosi a ritardarne la datazione: dapprima Arcangeli poneva l’opera al 1585, in seguito Denis Mahon ipotizzò una datazione oscillante tra il 1588 e il 1591, ossia dopo la Pala Bargellini e prima della celebre Paletta del Cento, seguendo la similitudine fra la testa di Cristo della Flagellazione e quella di Amulio che sta per essere ucciso nel ciclo di Palazzo Magnani, databile verso il 1590. In termini generali, è opportuno notare come gli studiosi che attribuiscono l’opera ad Annibale siano più propensi ad una datazione attorno al 1584, quindi vicino alla Macelleria, mentre coloro che la ritengono di Ludovico si spingano fino agli anni 1588-1591, e solo Volpe, per primo, la dati al 1584 (Volpe 1976). Un termine ante quem certo arriva invece da una copia del dipinto risalente al 1590, fedele anche se di scarsa qualità, proveniente dalla chiesa di Santa Maria in Aula Regia a Comacchio.
Il dipinto di Douai corrisponde a quello citato da Carlo Cesare Malvasia nella Felsina Pittrice (1678), in cui il biografo ricorda una “Flagellazione con figure grandi al naturale” in casa Castelli a Bologna, identificata con il dipinto per la prima volta da Donald Posner. L’opera rimase in collezioni private a Bologna fino a quando non fu acquistata da Lord Hume nel 1790. Nel 1936 fu poi mandata a Luxeuil (Francia), nella collezione del dott. Muller e infine il proprietario attuale la acquistò dalla collezione di Jean Neger nel 1964.
L’artista presenta la Flagellazione con uno spiccato dinamismo e con l’utilizzo di una tavolozza dai toni scuri, riflettendo l’interesse per la pittura veneziana e in particolare per il “tenebrismo” di Tintoretto. Si tratta di una composizione che, guardando soprattutto all’ambito bolognese, esula dai canoni tipici dell’epoca per la raffigurazione di una Flagellazione, mostrando alcuni caratteri innovativi come le figure in primo piano rappresentate a grandezza naturale e la violenza con la quale operano gli aguzzini di Cristo. Freedberg intravede in questa brutalità e pathos che caratterizzano la scena un possibile contatto con Caravaggio, che nella sua discesa dalla Lombardia a Roma avrebbe potuto essersi fermato a Bologna ed aver così potuto prendere ispirazione da questa tela per la sua Flagellazione, oggi al Museo Capodimonte di Napoli, ipotesi che sembra avvalorata soprattutto dal dettaglio del personaggio in ginocchio presente in entrambe le composizioni. Inoltre anche nel catalogo della mostra su Caravaggio (Roma, Scuderie del Quirinale, 2010) è stato effettuato lo stesso accostamento, il quale si rifà a sua volta al modello classico della statua di epoca ellenistica dell’Arrotino ora agli Uffizi di Firenze (Strinati 2010). Ludovico si mostra quindi audace nello stile ma anche nell’offrire un’ambientazione precisa e tutta bolognese: l’azione si svolge infatti entro un loggiato o portico, e sulla destra lo sfondo si apre sulla visione di una torre e un palazzo porticato, che ricorda il palazzo dei Banchi in Piazza Maggiore a Bologna.

Bibliografia

C. C. Malvasia, Felsina Pittrice, per l'Erede di Domenico Barbieri, Bologna 1678, p. 496;

F. Arcangeli, Sugli inizi dei Carracci, in "Paragone", n.79, luglio 1956, pp. 17-48;

D. Mahon, Stocktaking in Seicento Studies, in "Apollo", 1965, p.383; 

F. Arcangeli, Natura ed espressione nell'arte bolognese-emiliana, catalogo critico, Minerva Edizioni, Bologna 1970;

D. Posner, Annibale Carracci: A Study in the reform of Italian Painting around 1590, Phaidon Press, Londra 1971, vol. II, N. 186, p. 79;

C. Volpe, Sugli inizi di Ludovico Carracci, in "Paragone", n. 317-319, luglio-settembre 1976, pp. 115-129:125-127, ora in La pittura nell’Emilia e nella Romagna, raccolta di scritti sul Cinque, Sei e Settecento, a cura di D. Benati e L. Peruzzi, Artioli, Modena 1994, pp. 58-60;

S. J. Freedberg, Circa 1600 : una rivoluzione stilistica nella pittura italiana, Nuova Alfa Editoriale, Bologna 1984, pp. 102-104, fig.121;

Ludovico Carracci, a cura di A. Emiliani, catalogo della mostra (Bologna, Pinacoteca Nazionale 1993) Nuova Alfa Editoriale, Bologna 1993, pp. 15-16, fig. p. 17;

A. Brogi, Ludovico Carracci (1555-1619), Tipoarte, Ozzano dell'Emilia 2001, vol. I, pp. 119-122;

L. Mochi Onori, in Caravaggio, a cura di C. Strinati, catalogo della mostra (Roma, Scuderie del Quirinale, 2010), Skira Editore, Milano 2010, p. 198.

Ente schedatore

Laboratorio 2024

Compilatori

Anna Sofia Desideri, Rosario Leuzzi

Responsabili

Gianluca Del Monaco

Files

Bologna, Biblioteca delle Arti, Fototeca I.B. Supino, Fototeca Volpe, inv. n. 1097/18, B/N, Institut Mainini.

Citation

“Ludovico Carracci, Flagellazione di Cristo,” La fototeca di Carlo Volpe: l'officina del conoscitore, accessed December 10, 2024, https://laboratorio2024.omeka.net/items/show/18.