Ludovico Carracci, San Vincenzo martire in adorazione della Vergine col Bambino
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Title
Ludovico Carracci, San Vincenzo martire in adorazione della Vergine col Bambino
Fototeca Volpe Item Type Metadata
Tipologia dell'oggetto
Soggetto
San Vincenzo martire in adorazione della Vergine col Bambino (Volpe 1978)
San Vincenzo
San Vincenzo
Localizzazione
Bologna, Palazzo Magnani, UniCredit S.p.A.
Altre Localizzazioni
Firenze, casa d'aste Sotherby's, Firenze, 16 dicembre 1975 (Emiliani 1984)
Cronologia
XVI sec., 1582 c.ca (Volpe 1976)
Motivazione della cronologia
Bibliografia
Altre datazioni
1589-1590 (Freedberg 1984)
1583-1584 (Pepper 1987)
1585 (De Grazia 1984)
1583-1584 (Pepper 1987)
1585 (De Grazia 1984)
Autore
Ludovico Carracci (1555-1619) (Volpe 1976)
Motivazione dell'attribuzione
Bibliografia
Altre Attribuzioni
Scuola veneta del XVIII sec. (Sotheby's Firenze 1975, n.16)
Materia e tecnica
pittura a olio/ tela
Misure
154 x 101 cm
Commento storico-critico
La tela con il San Vincenzo martire in adorazione della Madonna col Bambino emerge sul mercato antiquario fiorentino di Sotheby’s il 16 dicembre del 1975. Inizialmente identificato come un san Gaetano di scuola veneta del XVIII secolo, è Volpe che nel 1976 ha attribuito per primo l’opera alla mano di Ludovico Carracci e puntualizzandone anche l’iconografia (Volpe 1975). Volpe si è dovuto basare prevalentemente su intuizioni stilistiche, mancando di elementi esterni di qualunque natura, compresi indizi circa la sua provenienza, o citazione alcuna nella letteratura degli storiografi o topografi.
Benché nessuna seria obiezione sia sorta in merito alla paternità del dipinto, qualche disparere sussiste circa la datazione, alcuni ritardandola al 1583-1585 (De Grazia 1984, Pepper 1987) o addirittura al 1590 (Freedberg 1984). A definire un ante quem nella datazione, oggi identificabile e mai messa in dubbio, tra il 1580 e il 1582, è la piccola Vergine nel cielo, ripresa da un archetipo recente e in quel momento storico e familiare nel dizionario artistico dei Carracci, e cioè Federico Barocci. L’incisone dell’urbinate nasce da un modello ancora più recente, probabilmente sul finire degli anni ’60 e di cui oggi resta testimonianza da un disegno del British Museum di Londra, ovvero una pala d’altare della chiesa dei Cappuccini di Fossombrone; sarà proprio questa Vergine con il Bambino che viene scelta dal Barocci per trarne la sua prima acquaforte e che Agostino Carracci darà alle stampe nel 1582. Nel 1956 Arcangeli aveva attribuito al Carracci lo splendido Sposalizio mistico di santa Caterina (Arcangeli 1956) e a vent’anni di distanza, questa intuizione ha consentito a Volpe l’allargamento del discorso critico relativo al primo periodo di Ludovico, poiché questa tela appare più complessa e più ricca di implicazioni significative. Il rapporto con lo Sposalizio è evidente nell’essenziale cultura parmense che nel dipinto si esplicita soprattutto nella figura del santo, di derivazione parmigianinesca, ma le cui vesti si dispongono secondo cadenza già barocche. La complessa e inusuale iconografia del santo a cui sono accostati l’arpione, il braciere nel vaso e le tenaglie rimandano al valenciano Vincenzo. Questo santo è prevalentemente raffigurato in Italia con una pietra da mulino, appeso alla quale fu affogato, ma allo stesso santo sono spesso riferiti altri martiri. Il dipinto si regge con tensione altissima sul contrasto fra il rosso scarlatto e il bigio fangoso del paese: la scelta cromatica di grande particolarità, desunta in parte dalla pittura di Federico Barocci, conferisce alla tela una luce freddissima e al paesaggio un tono glaciale che non si ritroverà in altre opere di Ludovico. Nel 1586 sarà proprio Agostino che troverà utile utilizzare in un’altra stampa l’intero paesaggio disteso attorno e dietro San Vincenzo per ambientare le sue Stimmate di San Francesco, regalandoci un altro ante quem per la datazione. L’opera dunque si pone come tassello fondamentale per la comprensione del ruolo di Ludovico nel momento decisivo dell’inizio della “riforma” dei Carracci e ci rivela della prima maturità dell’artista, che in nulla è stato debitore dei cugini.
Benché nessuna seria obiezione sia sorta in merito alla paternità del dipinto, qualche disparere sussiste circa la datazione, alcuni ritardandola al 1583-1585 (De Grazia 1984, Pepper 1987) o addirittura al 1590 (Freedberg 1984). A definire un ante quem nella datazione, oggi identificabile e mai messa in dubbio, tra il 1580 e il 1582, è la piccola Vergine nel cielo, ripresa da un archetipo recente e in quel momento storico e familiare nel dizionario artistico dei Carracci, e cioè Federico Barocci. L’incisone dell’urbinate nasce da un modello ancora più recente, probabilmente sul finire degli anni ’60 e di cui oggi resta testimonianza da un disegno del British Museum di Londra, ovvero una pala d’altare della chiesa dei Cappuccini di Fossombrone; sarà proprio questa Vergine con il Bambino che viene scelta dal Barocci per trarne la sua prima acquaforte e che Agostino Carracci darà alle stampe nel 1582. Nel 1956 Arcangeli aveva attribuito al Carracci lo splendido Sposalizio mistico di santa Caterina (Arcangeli 1956) e a vent’anni di distanza, questa intuizione ha consentito a Volpe l’allargamento del discorso critico relativo al primo periodo di Ludovico, poiché questa tela appare più complessa e più ricca di implicazioni significative. Il rapporto con lo Sposalizio è evidente nell’essenziale cultura parmense che nel dipinto si esplicita soprattutto nella figura del santo, di derivazione parmigianinesca, ma le cui vesti si dispongono secondo cadenza già barocche. La complessa e inusuale iconografia del santo a cui sono accostati l’arpione, il braciere nel vaso e le tenaglie rimandano al valenciano Vincenzo. Questo santo è prevalentemente raffigurato in Italia con una pietra da mulino, appeso alla quale fu affogato, ma allo stesso santo sono spesso riferiti altri martiri. Il dipinto si regge con tensione altissima sul contrasto fra il rosso scarlatto e il bigio fangoso del paese: la scelta cromatica di grande particolarità, desunta in parte dalla pittura di Federico Barocci, conferisce alla tela una luce freddissima e al paesaggio un tono glaciale che non si ritroverà in altre opere di Ludovico. Nel 1586 sarà proprio Agostino che troverà utile utilizzare in un’altra stampa l’intero paesaggio disteso attorno e dietro San Vincenzo per ambientare le sue Stimmate di San Francesco, regalandoci un altro ante quem per la datazione. L’opera dunque si pone come tassello fondamentale per la comprensione del ruolo di Ludovico nel momento decisivo dell’inizio della “riforma” dei Carracci e ci rivela della prima maturità dell’artista, che in nulla è stato debitore dei cugini.
Documentazione fotografica
Bologna, Biblioteca delle Arti, Fototeca I. B. Supino, Fototeca Volpe, inv. 1097/12, positivo, B/N
Bologna, Biblioteca delle Arti, Fototeca I. B. Supino, Fototeca Volpe, inv. 1097/13, positivo, colori
Bologna, Biblioteca delle Arti, Fototeca I. B. Supino, Fototeca Volpe, inv. 1097/15, positivo, B/N
Bologna, Biblioteca delle Arti, Fototeca I. B. Supino, Fototeca Volpe, inv. 1097/13, positivo, colori
Bologna, Biblioteca delle Arti, Fototeca I. B. Supino, Fototeca Volpe, inv. 1097/15, positivo, B/N
Bologna, Biblioteca delle Arti, Fototeca I. B. Supino, Fototeca Volpe, inv. 1097/16, positivo, B/N
Bologna, Biblioteca delle Arti, Fototeca I. B. Supino, Fototeca Volpe, inv. 1097/17, positivo, B/N
Bibliografia
C. Volpe, Sugli inzi di Ludovico Carracci, in "Paragone", 317-319, 1976, pp. 115-129; ora in La pittura nell’Emilia e nella Romagna, raccolta di scritti tra Trecento e Quattrocento, Artioli, Modena 1993 pp. 58-60, ;
C. Volpe, Il fregio dei Carracci e i dipinti di Palazzo Magnani in Bologna, Credito romagnolo, Bologna 1978, pp. 30-33;
D. De Grazia, Le stampe dei Carracci con i disegni , le incisioni, le copie e i dipinti connessi, catalogo critico (National Gallery of art; Washington; Pinacoteca Nazionale, Bologna), Edizioni Alfa, Bologna 1984, p. 123, n.125 nota 2;
S. J. Freedberg, Circa 1600: a revolution of style in italian painting, Book Collection - Historical Abstracts & America History & Life, Harvard University Press, Cambridge 1983, p. 101;
Bologna 1584: gli esordi dei Carracci e gli affreschi di Palazzo Fava, a cura di A. Emiliani, L. Spezzaferro, catalogo della mostra (Bologna, Pinacoteca Nazionale, 13 ottobre-16 dicembre 1984), Nuova Alfa editoriale, Bologna 1984, pp. 70-71;
D. Benati, Un San Sebastiano di Annibale Carracci da Modena a Dresda, in "Nuovi Studi", 1, 1996, p. 113 nota 29;
D. Biagi Maino, Forme del sacro, storia dell'arte e storia moderna: intersezioni e confronti, in "Storia della Chiesa a Bologna", Bolis Editore, Bergamo 1997, p. 404;
M. Ferretti, Annibale agli inizi del 1584, in "Itinerari", III, 1984, pp. 49-58;
Nell'età di Correggio e dei Carracci. Pittura in Emilia nei secoli XVI e XVII, catalogo della mostra (Washington, National Gallery of Art, New York Metropolitan Museum, Bologna, Pinacoteca Nazionale, 10 settembre - 10 novembre 1986), Nuova Alfa editoriale, Bologna 1986, pp. 300-301;
Ludovico Carracci, a cura di A. Emiliani, M. S. Campanini, catalogo della mostra, (Bologna, Pinacoteca Nazionale, 24 settembre-12 dicembre 1993), Nuova Alfa editoriale, Bologna 1993, pp. 4-5;
A. Brogi, Ludovico Carracci (1555-1619), Edizione Tipoarte, Ozzano dell'Emilia 2001, pp. 102-103;
A. Brogi (a cura di), Ludovico Carracci. Addenda (Nuovi diari di lavoro, 2), Fondazione Federico Zeri, Bologna 2016, pp. 22-23;
Le immagini della ricerca: Igino Benvenuto Supino e Carlo Volpe in dialogo con le arti, a cura di M. Pigozzi, catalogo della mostra (Bologna, Santa Cristina, 20 settembre-31 ottobre 2012), Tip. Le. Co., Piacenza 2012, p. 52.
C. Volpe, Il fregio dei Carracci e i dipinti di Palazzo Magnani in Bologna, Credito romagnolo, Bologna 1978, pp. 30-33;
D. De Grazia, Le stampe dei Carracci con i disegni , le incisioni, le copie e i dipinti connessi, catalogo critico (National Gallery of art; Washington; Pinacoteca Nazionale, Bologna), Edizioni Alfa, Bologna 1984, p. 123, n.125 nota 2;
S. J. Freedberg, Circa 1600: a revolution of style in italian painting, Book Collection - Historical Abstracts & America History & Life, Harvard University Press, Cambridge 1983, p. 101;
Bologna 1584: gli esordi dei Carracci e gli affreschi di Palazzo Fava, a cura di A. Emiliani, L. Spezzaferro, catalogo della mostra (Bologna, Pinacoteca Nazionale, 13 ottobre-16 dicembre 1984), Nuova Alfa editoriale, Bologna 1984, pp. 70-71;
D. Benati, Un San Sebastiano di Annibale Carracci da Modena a Dresda, in "Nuovi Studi", 1, 1996, p. 113 nota 29;
D. Biagi Maino, Forme del sacro, storia dell'arte e storia moderna: intersezioni e confronti, in "Storia della Chiesa a Bologna", Bolis Editore, Bergamo 1997, p. 404;
M. Ferretti, Annibale agli inizi del 1584, in "Itinerari", III, 1984, pp. 49-58;
Nell'età di Correggio e dei Carracci. Pittura in Emilia nei secoli XVI e XVII, catalogo della mostra (Washington, National Gallery of Art, New York Metropolitan Museum, Bologna, Pinacoteca Nazionale, 10 settembre - 10 novembre 1986), Nuova Alfa editoriale, Bologna 1986, pp. 300-301;
Ludovico Carracci, a cura di A. Emiliani, M. S. Campanini, catalogo della mostra, (Bologna, Pinacoteca Nazionale, 24 settembre-12 dicembre 1993), Nuova Alfa editoriale, Bologna 1993, pp. 4-5;
A. Brogi, Ludovico Carracci (1555-1619), Edizione Tipoarte, Ozzano dell'Emilia 2001, pp. 102-103;
A. Brogi (a cura di), Ludovico Carracci. Addenda (Nuovi diari di lavoro, 2), Fondazione Federico Zeri, Bologna 2016, pp. 22-23;
Le immagini della ricerca: Igino Benvenuto Supino e Carlo Volpe in dialogo con le arti, a cura di M. Pigozzi, catalogo della mostra (Bologna, Santa Cristina, 20 settembre-31 ottobre 2012), Tip. Le. Co., Piacenza 2012, p. 52.
Ente schedatore
Laboratorio 2024
Compilatori
Emma Squartini, Sofia Zanardi
Responsabili
Gianluca del Monaco
Files
Collection
Citation
“Ludovico Carracci, San Vincenzo martire in adorazione della Vergine col Bambino,” La fototeca di Carlo Volpe: l'officina del conoscitore, accessed December 10, 2024, https://laboratorio2024.omeka.net/items/show/17.